martedì 30 novembre 2010

Il Gioco dell'oca

Il Ristorante “L’Oca Cioca” si trova, un po’ nascosto, nel vicolo che conduce al Duomo di Salò.
Il locale è composto da due piccole salette, gli arredi giocano su tonalità soft: panna, beige, marrone e il risultato è un ambiente caldo ed accogliente. Inoltre, alcuni specchi opportunamente collocati, donano respiro alla sala.
Appena seduti ordiniamo dell’acqua e quando chiediamo la lista dei vini, la titolare, molto gentile e professionale, ci invita ad andare a scegliere la nostra bottiglia direttamente in cantina.
L’idea è originale e divertente, la cantina è interessante e offre una buona scelta di etichette. Alla fine optiamo per un Vermentino.
La specialità di questo ristorante è l’oca, perciò, come antipasto, scelgo proprio il carpaccio d’oca che viene presentato a fette sottili a cui è stata lasciata una strisciolina di grasso, condite con un filo di aceto balsamico. Il sapore è convincente: il grasso ammorbidisce la carne rendendola gustosa e non stopposa e l’aceto balsamico crea un piacevole contrasto agre.
Mio marito ordina il carpaccio di tonno e di pesce spada affumicati: lo spada è squisito, perfettamente equilibrato in delicatezza e sapore, il tonno invece risulta un po’ banale e insipido.
Decido di seguire il fil rouge dell’oca anche per il secondo piatto e ordino la coscia al forno con patate: eccezionale, tenera e per niente asciutta, viene accompagnata da una riduzione del suo sugo di cottura che ne esalta la bontà.
Scelta diversa per mio marito che preferisce continuare con il pesce e ordina i filetti di persico con polentina bianca: il pesce è buono ma la salsa a base di pomodoro e capperi con cui viene servito ne copre il gusto delicato.
Siamo sazi perciò non ordiniamo né dolce né caffè.

Prezzo: 65 euro in due
Rapporto Qualità/Prezzo: buono
Voto:
Note e considerazioni personali: il cavallo di battaglia di questo ristorante è la carne, la loro specialità è l’oca ma troverete anche altri piatti interessanti come il maialino da latte.

martedì 23 novembre 2010

Vino del giorno: Balì – Azienda Agricola Trevisani

Oggi voglio parlare di un vino che amo particolarmente e che forse non tutti conoscono: il “Balì” dell’Azienda Agricola Trevisani.
La proprietà dei Trevisani occupa ben 10 ettari estendendosi su tre diversi comuni: Salò, Soprazocco e Puegnago del Garda.
Negli anni ’60 Peppino e Nini Trevisani fondarono l’Azienda utilizzando dei vitigni inusuali come il Riesling Renano e il Cabernet Sauvignon. Dagli anni ’80 sono subentrati i figli Gian Pietro e Mauro che hanno portato avanti con passione la filosofia dei loro genitori.
Il nome Balì deriva da un vento del Lago di Garda e quando si stappa questo vino si ha proprio la sensazione di respirare i profumi del Lago.
Il colore è paglierino luminoso, al naso spiccano note agrumate e di pesca, con delicati sentori di frutta esotica.
Al palato è minerale, freschissimo, perfettamente equilibrato in sapidità, con un gusto rotondo ed un finale persistente e appagante.
Ottimo con un menù a base di pesce sia di mare che di lago.

Scheda Tecnica:
Zona di produzione: Lombardia - Lago di Garda
Riconoscimento: IGT (Indicazione Geografica Tipica)
Terreno: Di origine morenico glaciale, ricco di sabbia e limo.
Uve: Chardonnay (50%) e Sauvignon (50%)
Affinamento: In botti di rovere per 10 mesi ed altri 3 in bottiglia
Alcool: 13% vol

martedì 16 novembre 2010

Anche l'atmosfera conta

Il ristorante Q.B. si trova sulla strada panoramica che porta a Salò ed è gestito dallo chef Alberto Bertani e dalla sua compagna Irene che curano con passione ogni dettaglio sia in cucina che in sala.
All’interno, l’accuratezza nella scelta degli arredi, le luci calde e non invadenti e la bella musica di sottofondo, rendono l’ambiente accogliente ed intimo.
La mise en place, sobria e raffinata è ravvivata da bei bicchieri in vetro colorato.
Ci viene portato un sacchetto di tela contenente dei caldi e fragranti panini di diverse fogge. Ordiniamo dell’acqua e una bottiglia di Vernaccia Valle del Tirso “Orriu” di Contini: profumatissimo, dal gusto fresco e pulito.
Il benvenuto della casa è un crostino caldo con pomodorini e robiola: stuzzicante e leggero.
Per iniziare scegliamo un antipasto misto composto da gamberi crudi, morbidissimi, presentati con della mela tagliata à la julienne  che crea un perfetto contrasto di sapori e consistenze; carpaccio di pesce spada al naturale e affumicato, accompagnato da spicchi d' arancia che donano equilibrio al gusto deciso dell’affumicatura ed esaltano la freschezza del pesce; infine la tartara di tonno, squisita e condita sapientemente senza coprire la naturale bontà della materia prima.

Di secondo scelgo il tonno scottato in crosta di sesamo: tenero e gustoso, viene servito su un letto di crema di patate e finocchi tagliati a lamelle sottili, il sesamo conferisce al tonno una nota croccante ed un piacevole retrogusto di tostatura.

Mio marito ordina l’ombrina farcita ai funghi porcini: la cottura è perfetta, il pesce è squisito, morbido e per niente asciutto e l’abbinamento con i funghi è davvero azzeccato.


Non ordiniamo il dolce ma ci vengono gentilmente offerti dei deliziosi biscottini che si sciolgono letteralmente in bocca. Un’ottima grappa conclude degnamente la cena.


Prezzo: 89 euro in due
Rapporto Qualità/Prezzo: Più che buono
Voto:
Note e considerazioni personali: In questo locale tutto denota la cura e l’attenzione verso il cliente: ci si sente viziati e coccolati e non ci si alzerebbe più da tavola.

domenica 14 novembre 2010

Romantica Portovenere

Come ultima tappa ci aspetta Portovenere. Ad accompagnarci, finalmente, uno spiraglio di sole e subito il paesaggio si modifica completamente.
Cerchiamo un ristorante che ci era stato segnalato ma purtroppo è chiuso per ferie, così, addentrandoci nella via interna, decidiamo di fermarci in un minuscolo bar che propone anche piatti della cucina locale, il Bacicio.
L’inizio non è entusiasmante poiché veniamo fatti accomodare ad un tavolino piccolissimo e molto scomodo, nonostante il resto del locale sia vuoto.
Ordiniamo da bere: mezzo litro di vino della casa e una bottiglia d’acqua e ci viene portato un cestino contenente fette calde di focaccia.
Come antipasto ci lasciamo tentare dalla degustazione di alici: un trittico composto da alici cucinate in modi diversi, con cipolle e olive, con pomodoro e capperi e con olio, limone ed origano. Sono squisite e l’umore si risolleva velocemente.
Per secondo io scelgo i muscoli ripieni: buoni anche se il pane e il formaggio erano preponderanti nel ripieno.
Mio marito ordina la frittura di alici che è a dir poco eccezionale: abbondante, croccante e non unta, un vero piacere per il palato!
Soddisfatti e più che sazi, usciamo nel pomeriggio mite e soleggiato per una passeggiata in questo splendido paese.

Prezzo: 40 euro in due
Rapporto Qualità/Prezzo: Ottimo
Voto:
Note e considerazioni personali: Questo locale si apprezza se si riesce ad andare oltre la prima impressione. La riservatezza della gente del posto può a prima vista, essere scambiata per scortesia, in realtà bastano poche parole e un sorriso per scoprire la gentilezza e la disponibilità liguri.

giovedì 11 novembre 2010

Per le vie di Monterosso

Piove ancora e le strade sono in condizioni pessime, per questo motivo decidiamo di non allontanarci troppo dall’albergo e di cenare a Monterosso, precisamente al Ristorante Via Venti.
Il locale è molto piccolo ma gli spazi sono stati sfruttati ottimamente. L’arredamento è sobrio e curato e anche la tavola è apparecchiata con gusto.
Da bere ordiniamo un Cinque Terre della cantina Sassarini: fresco e sapido, di buona struttura.
Entrambi scegliamo l’antipasto misto di mare; ci viene portato un piatto con diversi assaggi: gamberetti con cannellini, un calamaro con pomodori e olive, un muscolo ripieno, insalata di mare e uno scampo con pomodoro e aromi. Al centro troviamo una coppetta con cozze e vongole. Tutto buono ed equilibrato nei sapori, tranne le cozze e le vongole che sono fredde e poco sapide.
Come secondo mi lascio tentare dalle alici scottate con pomodorini e olive: ottime, freschissime e con un gusto deciso.
Mio marito ordina un fritto misto di calamari, alici e scampi. La frittura è stata eseguita con metà olio di semi e metà olio d’oliva: il colore è intenso e il sapore corposo ma non eccessivamente unto.
Prezzo: 85 euro in due, gentilmente scontato a 75.
Rapporto Qualità/Prezzo: Buono
Voto:
Note e considerazioni personali: questo è un ristorante a conduzione familiare con una cucina semplice ma gustosa. Gli ingredienti principali delle ricette sono: olio, vino e pomodoro, nel pieno rispetto del sapore del pesce.

domenica 7 novembre 2010

Manarola: il borgo dei sogni

Secondo giorno di pioggia, decidiamo di recarci in un ristorante che ci è stato caldamente consigliato da amici: “Da Billy” a Manarola.
Manarola è uno splendido paesino di vicoli e pertugi, un complicato labirinto che  sorprende i visitatori con improvvisi scorci di mare da mozzare il fiato.
Il ristorante si trova in una di queste minuscole viuzze e vi si accede  tramite una ripida scalinata.
L'interno è davvero piccolo, nemmeno una decina di tavoli, ma l’atmosfera è quella di casa con il titolare che, dopo un’iniziale formalità, si lascia andare e racconta dei suoi trascorsi di pescatore.
Da bere ordiniamo un Cinque Terre D.O.C. della Cantina Terre di Levante: aspro e profumato come questi meravigliosi paesaggi.
Optiamo entrambi per l’antipasto misto di mare e poco dopo arrivano in successione circa quindici assaggi: dal tonno scottato con pomodorini secchi all’insalata di polpo, dai moscardini in umido alla panizza (piccoli quadratini fritti di polenta di ceci) ai gamberi in crema di zucca, le immancabili alici marinate e sottosale, il baccalà con i fagioli, il salmone con l’aceto balsamico, le lumachine di mare, le crepes ripiene di delicatissimo pesce, il tonno sott’olio con cipolle rosse. Una girandola di sapori nuovi e conosciuti con punte di vera estasi culinaria.
Come secondo ordino il tonno alla griglia che mi era stato raccomandato dal titolare e subito capisco il motivo: è freschissimo, sodo e cotto alla perfezione. E’ talmente buono che basta solo un filo d’olio per renderlo indimenticabile.
Mio marito sceglie i muscoli ripieni: eccezionali, il ripieno sa di pesce e non solo di pane e formaggio, una vera prelibatezza.
Non ordiniamo il dolce ma il proprietario, gentilmente, ci offre dell’ottimo liquore di mirto fatto in casa.
Tra un bicchiere e l’altro, seduti al tavolino di fronte al mare in burrasca, assaporiamo questo momento di felicità assoluta.

Prezzo: 79 euro
Rapporto Qualità/Prezzo: più che buono
Voto:
Note e considerazioni: In alta stagione vi consiglio di prenotare in anticipo, sia per le dimensioni davvero esigue del locale, sia per la possibilità di godere di uno dei due tavoli vista mare.

venerdì 5 novembre 2010

Cinque Terre: uno scorcio di Paradiso

Quale migliore meta, per un weekend romantico e rilassante, delle Cinque Terre? Peccato che il tempo non sia stato clemente e che il nostro itinerario culturale si sia trasformato in un’esperienza da “ai confini della realtà” in mezzo a strade allagate e vento da tempesta.  Perciò, accantonata definitivamente l’idea di passeggiate solitarie alla scoperta di romantici paesaggi, ci siamo dedicati alla nostra attività preferita: il mangiar bene.
Il criterio che abbiamo seguito nella scelta dei ristoranti è stato quello di evitare il più possibile i posti turistici per scoprire il piacere della vera cucina ligure.
Il primo ristorante che abbiamo sperimentato è la Trattoria Cavour in centro a Levanto. Il locale è molto semplice negli arredi e nella mise en place ed è frequentato principalmente da gente del posto. Ordiniamo subito mezzo litro di vino bianco della casa e una bottiglia d’acqua.
Entrambi optiamo per l’antipasto misto di pesce; ci vengono portati diversi assaggi caldi e freddi: pesce spada e tonno affumicati, gamberetti con fagioli cannellini, muscoli ripieni,  insalata di mare, alici marinate e sotto sale, tutto di buona qualità.
Come secondo io ordino una zuppa di muscoli: le cozze e le vongole sono saporite e il sugo è gustoso e piccante al punto giusto. Mio marito sceglie la frittura di alici: deliziosa, croccante e leggera senza traccia di unto.
Concludiamo con un caffè e, visto che è Halloween, ci vengono offerte delle caramelle.

Prezzo: 65,50 in due
Rapporto Qualità/Prezzo: buono
Voto:
Note e considerazioni: di questo locale voglio segnalare due cose. La prima positiva è la gentilezza e la competenza della cameriera che ci ha serviti e ha risposto a tutte le nostre domande sulle tecniche di trattamento delle alici crude (l’Anisakis purtroppo è più diffuso di quanto si pensi), la seconda negativa: dopo aver chiesto di pagare con il bancomat ci siamo ritrovati in conto anche l’euro dell’operazione bancaria, ovvero 66 euro e 50. Direi che si poteva evitare.