Un sabato sera con amici e la voglia di cenare in un posto tranquillo, lontano dai locali chiassosi e affollati, decidiamo perciò di recarci alla Casa nel Bosco di Nave.
Il ristorante è piuttosto grande tuttavia la suddivisione oculata in tre stanze evita l’effetto “capannone” e il conseguente frastuono nelle serate di punta, inoltre il locale merita un bonus speciale per il rispetto dell’intimità e della privacy del cliente: niente tavoli ammassati e commensali sconosciuti a distanza di gomito.
L’arredamento è rustico, da baita di montagna, ma rivela un’evidente ricercatezza nella scelta dei complementi d’arredo (spesso di design).
La tavola è apparecchiata con tovagliette all’americana e tovaglioli di carta, resi meno informali dalle belle stoviglie. Il cestino del pane contiene una selezione di grissini, pane ai cereali e fette di pugliese.
Il cameriere, molto gentile e professionale ci porge il menù: i piatti sono quelli tipici della tradizione locale con qualche piacevole incursione nella cucina innovativa. Anche la carta dei vini è interessante e accanto alle etichette “famose” si possono trovare bottiglie meno note e decisamente intriganti. Stasera ci orientiamo su un Cabernet Sauvignon Ronchi di Manzano.
Come antipasto ordiniamo un carpaccio di cervo, che viene proposto con cubetti di pera candita e un crostone con funghi porcini e formaggio d’alpeggio: la carne è a dir poco eccezionale, morbidissima e saporita ed il contrasto con la fresca acidità della pera è estremamente gradevole, buono anche il crostone. Il “Bertagnì”, un piatto lombardo composto da baccalà pastellato e fritto: il pesce è di primissima scelta e il gusto corposo viene esaltato dalle salse di accompagnamento.
La soppressa, presentata su una base cremosa di cannellini e accompagnata da cialde di polenta croccante: la consistenza è perfetta e la delicatezza della crema stempera il gusto deciso del salume.
Io decido di assaggiare il rotolo di coniglio arrosto con ripieno alla bresciana che si rivela una vera delizia, la carne è cotta alla perfezione e il ripieno è gustoso ed equilibrato di sapore, inoltre l’abbinamento con una squisita salsa ai fichi e ai funghi è davvero vincente.
Gli altri scelgono il Patanegra iberico che è presentato con delle sfoglie sottilissime di porcini fritti e fette di polenta grigliata. Di questo piatto posso dirvi solo che la carne era morbidissima e succulenta ed i funghi delicati ed irresistibili: l’ unica nota negativa è che me ne hanno concesso solo un boccone.
Ci viene portata la lista dei dolci e commettiamo l’enorme sbaglio di darle un’occhiata: la salivazione comincia ad aumentare in maniera spropositata ed è praticamente impossibile resistere.
Volendo restare “leggera”, scelgo la pesca arrosto con gelato al rum: la dolcezza della frutta tiepida si stempera nella freschezza del gelato creando un connubio perfetto.
Riesco (con fatica) a farmi concedere un assaggio dei dolci dei miei commensali e, con enorme soddisfazione, affondo il cucchiaio nello scrigno di meringa: un nido di delicata spumiglia ripieno di gelato al fiordilatte ed amarena, il tutto adagiato su un letto di frutta spadellata e una prelibata salsa alla liquirizia.
Non posso non assaggiare le gocce di gianduia con sorbetto al lime e lacrime di lampone, un must per i cioccolato dipendenti come me: piccole mousse esaltate dalla salsa alla frutta, servite con una coppetta di rinfrescante sorbetto al lime che pulisce delicatamente la bocca.
Per concludere, giro di caffè per tutti accompagnato da golosi biscottini gentilmente offerti dalla casa.
Prezzo: 42 euro a persona
Rapporto qualità/prezzo: Ottimo
Voto: 8½
Note: Il ristorante è noto anche per le sue divertenti cene con delitto a cadenza quindicinale.
Nessun commento:
Posta un commento