domenica 10 ottobre 2010

Nell'Olimpo degli dei: quando andare al ristorante diventa un lusso.

E' inutile girarci intorno: la passione per il buon cibo e per il buon vino incide notevolmente sulle finanze.
Non essendo ricchi, possiamo permetterci di uscire al massimo una volta a settimana e, ovviamente, cerchiamo di informarci bene per evitare di prendere fregature.
Fino a qualche anno fa ci affidavamo alle guide rinomate per cercare i ristoranti da visitare, ma ultimamente ci orientiamo sulle opinioni di clienti come noi o sul passaparola. La motivazione è semplice: sempre più spesso ci capitava di veder segnalati con lodi e bonus  ristoranti costosissimi che non meritavano assolutamente, mentre altri, magari meno conosciuti ma senza dubbio più validi, non venivano nemmeno presi in considerazione.
Ora, partendo dal presupposto che le persone che curano queste guide sappiano il fatto loro (e ci mancherebbe), mi sorge spontanea la domanda: perchè se prendo una guida (aggiungete voi il nome visto che si assomigliano tutte) del 2010 e la confronto con quella del 2007 non trovo alcuna differenza? Perchè ci sono sempre gli stessi locali con qualche sporadica nuova entrata? Perchè le recensioni sembrano identiche se non per le virgole o per qualche opportuno cambio di sinonimo?
Probabilmente questi resteranno oziosi interrogativi di una profana del settore ma che, evidentemente, hanno portato me e tanti altri a cercare altri modi per ottenere recensioni, forse meno autorevoli ma comunque attendibili.
L'unica cosa davvero certa è che la segnalazione sulla guida permette l'accesso alla strada dorata verso la notorietà e, salvo poche ed encomiabili eccezioni, alla conseguente lievitazione dei prezzi del menù, trasformando così la cena al ristorante in una passione costosa per pochi privilegiati eletti.

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