A volte capita che, per caso fortuito, si scopra un ristorante di nicchia che sta proprio a due passi da casa tua.
Così, seguendo il consiglio di un amico ristoratore, ci siamo recati al Ristorante Rolly di Manerba del Garda che sta diventando popolare tramite un passaparola fidato tra amici buongustai.
Il locale non lascia indifferenti: tutto è curato nei minimi dettagli. Lo stile è minimalista con splendidi pezzi di design e la mise en place è fresca ed elegante con tocchi di classe come i tovaglioli in puro lino.
Stefano, il titolare, ci accoglie con cortesia e professionalità e ci fa accomodare ad un tavolo sulla splendida terrazza.
La particolarità di questo ristorante è la cura verso il cliente: una ventina di coperti per un servizio impeccabile in un’atmosfera molto intima e rilassante.
Mentre sorseggiamo l'aperitivo, un calice di Dosage Zero di Arici, sfogliamo l'accattivante menù che offre una buona scelta, prevalentemente di pesce, con proposte intriganti e non banali. Anche la carta dei vini è ben studiata e, accanto ad etichette conosciute, si possono apprezzare stimolanti novità.
Mentre sorseggiamo l'aperitivo, un calice di Dosage Zero di Arici, sfogliamo l'accattivante menù che offre una buona scelta, prevalentemente di pesce, con proposte intriganti e non banali. Anche la carta dei vini è ben studiata e, accanto ad etichette conosciute, si possono apprezzare stimolanti novità.
Stasera ordiniamo un Vermentino di Sardegna Albithia di Feudi della Medusa: un vino dal carattere deciso, con note floreali e agrumate ed un finale minerale con sentori di mandorla.
Il cestino del pane merita una nota a parte. Devo dire che difficilmente ho assaggiato pane così buono, anche in ristoranti molto rinomati. Focacce, sfogliate, fette di pugliese e grissini, con una fragranza ed una consistenza semplicemente perfette.
Iniziamo con il benvenuto della casa che consiste in una cappasanta scottata con patata prezzemolata: morbidissima e dal gusto delicato.
Sia io che mio marito ci lasciamo tentare dall’antipasto a base di pesce crudo: si inizia con il carpaccio di gambero rosso con mandorle e fave,
si prosegue con lo scampo crudo con la sua tartare e si conclude con il carpaccio di ricciola, crema di topinambur e caviale.
La materia prima è di ottima qualità e l’abilità dello chef nell’abbinare gusti e consistenze differenti, regala al palato momenti di vera estasi.
si prosegue con lo scampo crudo con la sua tartare e si conclude con il carpaccio di ricciola, crema di topinambur e caviale.
La materia prima è di ottima qualità e l’abilità dello chef nell’abbinare gusti e consistenze differenti, regala al palato momenti di vera estasi.
Arriva il secondo antipasto (era troppo difficile sceglierne uno solo), gambero rosso in tempura di mandorle con purè affumicato e rustichella di patate: un fritto leggero e saporito ricoperto da lamelle di mandorle croccanti che creano un piacevole contrasto con la morbidezza del crostaceo e la leggera affumicatura del purè.
Passiamo direttamente ai secondi con il filetto di scorfano in padella con cicoria e crema di fave bianche: un pesce solitamente poco considerato che qui si rivela in tutta la sua ricchezza. Il retrogusto amarognolo della cicoria e la dolcezza della crema di fave completano il tutto in un equilibrio perfetto di sapori.
E, per finire, il San Pietro al forno con panatura di erbe aromatiche e pistacchi e mini parmigiana di melanzane: un piatto ben studiato dove ogni ingrediente è dosato sapientemente per creare un insieme davvero molto gustoso.
Siamo sazi e soddisfatti e decidiamo di rinunciare al dolce, ma ci rifaremo senz’altro la prossima volta, perché vi assicuro che ci sarà una prossima volta (e ben più di una).
Prezzo: 160 euro in due.
Rapporto Qualità/Prezzo: buono
Voto: 9 (aggiungerei anche un bel + per l’ambiente ed il servizio)