martedì 31 agosto 2010

Il vino del giorno: Bramito del Cervo Chardonnay

In questi ultimi giorni non abbiamo avuto la possibilità di uscire, così ci siamo dilettati in ottime cene casalinghe a base di pesce, sempre accompagnate da un buon bicchere di vino (due..tre, che importa).
Ieri sera, per esempio, abbiamo stappato uno Chardonnay Bramito del Cervo - Castello della Sala di Antinori.
L'abbiamo abbinato a delle capesante gratinate e sardine alla griglia (siamo grandi sostenitori del pesce "povero").
Il vino si è rivelato una piacevole conferma: a prima vista il colore è paglierino, il profumo è fruttato con note di vaniglia e miele. Il gusto al palato è pulito e morbido; ha un ottima struttura e un gusto gradevolmente persistente. Si avverte la mineralità e il passaggio in barrique. Forse non è un vino da standing ovation, ma si conferma un ottimo compagno per una cena informale.
Qualche nota tecnica:
I vigneti da cui provengono queste uve si trovano ad un altezza compresa tra i 200 e i 400 metri s.l.m., in suolo derivante da sedimenti fossili marini con infiltrazioni d'argilla.
I grappoli, subito dopo la raccolta, vengono raffreddati e posti all'interno di serbatoi che mantengono la temperatura a 10°C senza alterare le caratteristiche varietali dell’uva. Dopo alcune ore di macerazione del mosto con le bucce, il “mosto fiore” viene trasferito in barriques di rovere francese (Alliers e Troncais) dove si svolge la fermentazione alcolica e parzialmente quella malolattica. Segue un periodo di affinamento in legno di circa 5 mesi dopo il quale il vino viene assemblato ed imbottigliato.
Alcool : 12,5% vol.
La prima annata di Chardonnay Castello della Sala è stata prodotta nel 1994. La Tenuta del Castello della Sala, acquistata nel 1940 dalla famiglia Antinori, è situata a circa 18 Km. da Orvieto. Il Castello è un esempio molto valido di architettura militare medievale ed il suo microclima, più fresco della media, è ideale per la produzione di vini, quali bianchi e Pinot Nero.

venerdì 27 agosto 2010

giappomania

Ieri sera, dopo una settimana chiusi in casa causa forze maggiori (in realtà le nostre forze maggiori sono alte circa un metro e mezzo), abbiamo deciso di regalarci una cena al nostro ristorante giapponese preferito, il "Sakè" in Via Gasparo a Brescia. Innanzitutto la prima nota positiva: la città è ancora semideserta ed è facile trovare parcheggio anche in centro. Ci siamo accomodati in un tavolino all'esterno così abbiamo potuto godere anche della buona musica dal vivo proveniente dal ristorante adiacente. Il menù del Sakè è vario e offre alternative valide anche per chi non è appassionato di cucina giapponese (non è il nostro caso). La cameriera, molto carina e gentile, ci porta subito i menù e dopo poco ripassa per prendere le ordinazioni. Scegliamo un sushi misto e un sashimi misto, una porzione di crunchy roll e due gunkan con uova di salmone. Per il vino ci facciamo consigliare dal titolare che oltre ad essere simpatico e alla mano è anche molto competente e ci propone un sauvignon cileno dell'azienda Santa Rita che si rivelerà un'ottima scelta, profumatissimo, con note di pesca e fiori.
In pochi minuti arrivano i crunchy rolls: 8 grossi rolls ripieni di tonno piccante e avocado, ricoperti da un filo di salsa rosa. La prima cosa che si nota è che sono ben compatti, non si sfaldano (come spesso capita) appena li tocchi e si riesce a portarli alla bocca senza fare grossi danni. Il sapore è molto deciso ma nonostante la presenza della salsa piccante, il fresco sapore del tonno non è assolutamente coperto. Il gusto è equilibrato e non ci sono note stonate anche se, personalmente, avrei fatto a meno della salsa rosa.
Arrivano le portate principali che dividiamo (come al solito) per poter assaggiare tutto. Il sashimi è composto da sei fette di salmone, sei di tonno, un gambero crudo, due fette di polipo e due fette di branzino. Il pesce è stato tagliato al giusto spessore e ha una consistenza soda. Tutto molto buono, si sente che le materie prime sono di qualità. Stessa cosa per il sashimi misto che offre otto Nighiri (due al salmone, due al tonno, uno al polipo, uno al calamaro e uno al gambero cotto), tre maki e tre rolls piccoli al tonno. I Nighiri sono compatti e non troppo piccoli (ultimamente, certi ristoranti giapponesi sembrano essersi fatti influenzare dalla nouvelle cousine). Il calamaro e il polipo che se non sono trattati nel modo adeguato possono risultare gommosi, sono morbidi e gustosi, buoni i rolls, ottimi i maki. Arrivano i due gunkan ma sono alle uova di pesce volante anzichè quelli alle uova di salmone che avevamo chiesto. Pazienza, li assaggiamo comunque e devo dire che non sono male anche se sono piuttosto dolci e ricordano un po' le caramelle frizzanti che mangiavamo da bambini. Io sarei sazia ma mio marito mi convince a chiudere la cena con una porzione (due pezzi) di Nighiri all'anguilla che si rivelano ottimi, con un sapore deciso ma non fastidioso e fungono da fine pasto perfetto.

Prezzo finale: 76 euro, gentilmente scontato a 70.
Rapporto qualità/prezzo: buono
Giudizio: 8

giovedì 26 agosto 2010

Amarcord - dove tutto ha avuto inizio

Questa recensione è del 2009, ma non potevo non parlarne perchè proprio da qui ho iniziato a sviluppare la mia passione per i ristoranti e la cucina.
Daniel Facen, chef del ristorante Anteprima Showcooking a Chiuduno (Bg), porta i suoi ospiti alla scoperta di un nuovo modo di intendere il cibo. La cucina molecolare invade il campo della scienza e ci sorprende con piatti che diventano emozione pura.

Stasera si cena in cucina!
Un piovoso venerdì sera, seguendo la voglia di provare un'esperienza diversa dal solito, io e il mio compagno ci siamo regalati una cena al ristorante Anteprima, a Chiuduno, in provincia di Bergamo, insignito della stella Michelin e di due forchette dal Gambero.
L'ambiente è molto curato e di classe, senza comunque risultare troppo formale. I colori predominanti sono neutri e rilassanti e il personale è assolutamente gentile e competente.
Il tavolo che abbiamo prenotato ha una particolarità: si trova nella cucina, di fronte al bancone dove lo chef Daniel Facen e la sua squadra ci entusiasmano con le loro preparazioni dal vivo. E' un tavolo da due ed è molto ambito, quindi, se volete riservarlo, conviene prenotare con un certo anticipo.
La sensazione è quella di essere nella cucina di casa. Daniel è molto disponibile e cortese e ci spiega la creazione di ogni piatto che parte sempre da un'immagine: il mare, la primavera, i pianeti.
Siamo qui per provare il percorso gustativo legato alla cucina molecolare, quindi ci affidiamo completamente allo chef e ci lasciamo condurre in un gioco magico dove la tavola, tra colori, sapori e profumi, diventa spettacolo, showcooking appunto.
Nell'attesa (e per stemperare l'emozione), il direttore di sala, sempre attento e molto competente, ci offre un aperitivo: uno Spumante Brut di Tallarini, dal gusto soffice e sfumato.
Arrivano anche i grissini al parmigiano e una ciotolina di riso selvaggio fritto. Entrambi molto gustosi. Per accompagnare la nostra degustazione abbiamo scelto un "Franciacorta Extra Brut Comarì del Salem"di Uberti; mai scelta si è rivelata più azzeccata: un vino eccezionale dal profumo inebriante e complesso e dal gusto persistente ed equilibrato.

Aperitivo "in fialetta"!
Iniziamo con "Hawaiian", un cocktail servito nell'ananas fresco e composto da succo di ananas, rum bianco, latte di cocco e curaçao servito a parte in divertenti fialette da piccolo chimico.
Il drink viene accompagnato da un trancio di cernia con spuma di patate dolci ed erbe fritte, tartare di tonno e King crab, crocchetta di pollo al curry con mandorle e crema alla papaia. Una nota a parte merita la frutta: anguria alla fragola, ananas al frutto della passione, melone all'albicocca e mango al lime. E' come stare sull'ottovolante, il dolce del latte di cocco che sfuma nel sapore delicato della cernia e del tonno, per prepararsi alla gustosa prepotenza del pollo al curry. Per finire la frutta che sa...di altra frutta. Pazzesco e divertente, stiamo tornando bambini e Daniel è il bianconiglio che ci porta nel mondo magico di Alice. Qui non c'è nulla di scontato: gli occhi possono ingannare il gusto.
Anche un piatto classico come prosciutto e melone, si trasforma in una sfera perfetta di acqua di melone che racchiude al suo interno un cubetto di prosciutto crudo.

Giappone vs. Sicilia
Il percorso prosegue con "Il sushi e i fiori", un gambero Sicilia farcito con riso basmati avvolto da una sfoglia di patata al dente con fiori eduli, spuma di molluschi e riduzione di balsamico. Differenti consistenze: duro/morbido e sapori che si rincorrono, fanno di questo piatto uno dei miei preferiti. Mi ha davvero emozionato.
E' il turno di "Encelado", una sfoglia croccante di patata al nero di seppia con zucca sbollentata in acqua e anice stellato, sfere di acqua di mozzarella di bufala e pomodoro verde, scampo all'arancia e ostrica tsalskaya con alga wakame. Questo piatto ha un grande impatto visivo: lo sfondo nero dato dalla sfoglia di patata al nero di seppia, funge da intrigante base cromatica per le sfere dai colori madreperlacei e lo scampo e l'ostrica stupiscono il palato, ammorbidito dai gusti delicati della mozzarella, della zucca e del pomodoro.
Proseguiamo con una sfera croccante al mango che racchiude un parfait di foie gras, pesche marinate in un tokay-pinot gris alsaziano, distillato di terra e spuma di pesche. Il sapore pieno e deciso del fois gras, si stempera nella dolcezza delle pesche e del mango.

L'orto della nonna
Il piatto successivo è un tuffo nel passato. Il cartoccio alle primizie dell'orto con gelato al rabarbaro scava nella memoria delle cose semplici, ricreando la sensazione di una coccola infantile. Il gelato al rabarbaro, fatto con l'azoto liquido, rinfresca la bocca e "chiude" in modo equilibrato il tutto.
Spazio al gioco!
Ci viene portata una cassettina di legno contenente carbone e ghiaccio secco. Il maitre ci spiega che il piatto, chiamato "Miniera" vuole essere una rappresentazione del pasto composto da zuppa, pane e carne, che i minatori erano soliti portare al lavoro.
Quindi cose semplici e gustose. All'interno della cassetta, rischiarati da una luce verde, troviamo una crema di fagioli di Lamon, pane croccante ai semi di papavero e una coscia di quaglia farcita con confettura alle prugne, lenticchie, nocciole caramellate e tamarindo. Bello e di sicuro effetto l'impatto visivo, gustosi e coinvolgenti i sapori.
Cambiamo completamente ambito e assaggiamo un classico rivisitato con grande creatività dallo chef: l'Insalata Nizzarda. Una morbida crema di patate ricopre il fondo del bicchiere e sopra trovano spazio la bottarga (al posto del tonno), gli asparagi di Bassano (al posto dei fagiolini verdi), tuorli d'uovo cotti sottovuoto a bassa temperatura nel grasso dell'anatra, pomodoro confit, aria d'olive, insalata riccia e germogli di barbabietola (al posto delle acciughe). Il bicchiere viene sigillato con extra-vergine solidificato e sfere di aceto balsamico. Per mangiare l'insalata si deve rompere con il cucchiaio l'olio solidificato che mescolandosi agli altri ingredienti crea un mix veramente irresistibile.

Mare mare mare...
Voglia di vacanza? Non c'è problema. In un secondo ci si può trovare davanti ad una spiaggia bianchissima con le onde che si infrangono a riva. Infatti, il piatto "Le Sensazioni del Mare", arriva corredato da televisore al plasma e da una cassetta di alghe con essenza di iodio e creme abbronzanti per ricreare la magica atmosfera vacanziera. Cullati dal rumore delle onde, assaporiamo la Capasanta fritta, la tartare di scampi al caviale, i filetti di triglia, gli spaghetti ai ricci di mare, la sabbia bianca al salmone e le onde azzurre al latte vanigliato. Per un lungo momento dimentichiamo la pioggia che scroscia, le incombenze del lavoro e ci lasciamo solleticare i sensi da profumi, colori e sapori d'estate e di salsedine.
Il merluzzo al cioccolato con il suo stimolante gioco di contrasti, ci riporta alla (comunque gradevole) realtà.
Finiamo con un classico, il "Cocinillo", maialino da latte laccato al miele con insalata di asparagi bianchi. Per accompagnare un piatto così corposo abbiamo optato per un bicchiere di rosso di Tallarini. Coinvolgente e completo, un ottimo piatto con un gusto che non si dimentica.

Dulcis in fundo
Dopo questa carrellata di emozioni, non possiamo andarcene senza aver assaggiato il dessert. Le dolci sensazioni: raviolo d'ananas all'olio d'oliva con polvere al cioccolato, gelato al mango con riduzione di barbabietola, spuma di yogurt e biscotto sbriciolato alla barbabietola, bavarese alla vaniglia con gelatina alla menta e all'anice stellato, gelato al pompelmo rosa, granita al mandarino e aria di latte vanigliata, pan di spagna al cioccolato. Una girandola dei sensi.
Caffè e coccole finali racchiuse in una graziosa scatola da portar via, hanno concluso quella che abbiamo definito una grande esperienza culinaria.
Il cibo che si slega da ogni contesto e diventa mezzo di espressione, accompagnandoci di sensazione in sensazione alla riscoperta dell'aspetto ludico del mangiare utilizzando tutti i cinque sensi.

mercoledì 25 agosto 2010

per cominciare

Le presentazioni di rito: 37 anni, due figli, un marito, un cane e un gatto. Ho una vita piuttosto impegnata e casa nostra sembra spesso una trincea di guerra.

In tutto questo trova spazio la mia passione per la cucina e soprattutto per la critica culinaria. Amiamo mangiare e bere bene e appena possiamo, io e mio marito (il mio fidato compagno di avventura), ci divertiamo a  recensire i ristoranti dei dintorni.

Questo blog nasce proprio con l'intento di scrivere delle recensioni il più possibile obiettive sui locali che visitiamo, dalla trattoria al grande ristorante, cercheremo di non tralasciare nulla per dare la possibilità, a chi come noi ama sperimentare ma non ha molta voglia di prendere fregature, di scoprire posti nuovi dove applicare la magnifica arte del "mangiare bene".

Spero che resterete con noi!